Lo storico scrittore greco Senofonte definiva il castagno l’albero del pane: la castagna è in effetti ricca di nutrienti, come i carboidrati complessi che la rendono simile a un cereale per valore nutritivo. Per questo, in passato ha permesso a intere famiglie di superare i lunghi periodi di carestia durante i rigidi inverni delle zone montane.
La castagna: un po’ di storia
La castagna è un frutto antico: sappiamo che veniva consumata già in epoca greca, soprattutto dalle donne che la mangiavano per onorare la dea Cerere. Nei secoli, però, la castagna ha avuto una duplice funzione, perché oltre a costituire una riserva calorica per le popolazioni locali, è stata ampiamente utilizzata anche come materiale da costruzione, soprattutto per l’industria agricola e mineraria.
La sua grande diffusione in Basilicata inizia in epoca romana e si protrae per tutto il Medioevo, grazie al lavoro di svariati ordini monastici, mentre alla fine del XIX secolo i proprietari terrieri lucani decidono di innestare varietà locali di castagna per aumentarne la qualità. Oggi i castagneti da frutto e cedui castanili da frutto sono compresi nell’elenco dei boschi da tutelare del Piano Paesaggistico Regionale, proprio perché svolgono importanti funzioni di tipo naturalistico, paesaggistico e storico-culturale.
La castagna nella tradizione lucana
È proprio nelle zone montane della Basilicata che il castagno ha trovato il suo habitat naturale, tanto da vantare oggi una ricca biodiversità castanicola: dalla “Prevutessa” alla celebre “Munnaredda”, ogni varietà rappresenta a partire dal nome una particolare località o tradizione. La Munnaredda ad esempio, dal colore marrone chiaro e dalla forma triangolare, ha un episperma (la pellicola che ricopre la polpa) poco aderente ed è particolarmente apprezzata nella zona dell’Appennino Lucano per via della facilità con cui si riesce a pelare, a “munnare” nel dialetto locale.
Nella cucina tradizionale locale la castagna figura quindi in svariate preparazioni, non solo sotto forma di farina – da cui si ricavano tagliatelle, panzerotti e crostate – ma anche come ingrediente principale di primi e secondi piatti. Tra le zuppe, preziosa è la munnulata, composta da castagne infornate, fagioli e patate, il tutto condito col cift, un condimento fatto con polvere di peperone dolce secco e macinato, passato velocemente in olio bollente e versato poi nelle pietanze.
La castagna tra i protagonisti della Festa della Montagna a Castelsaraceno
Nell’ultimo weekend d’ottobre, un lunghissimo weekend per via del ponte di Ognissanti, il comune di Castelsaraceno organizza la Festa della Montagna, un’occasione per celebrare la cultura montana e i preziosi prodotti che la natura offre nella stagione autunnale. Oltre alle escursioni e ai momenti di formazione e intrattenimento, sono tante le iniziative legate alla valorizzazione dell’enogastronomia locale, con esposizioni e degustazioni di prodotti tipici e ricette della tradizione. Un appuntamento da non perdere per chi è alla ricerca degli antichi sapori della tradizione contadina, del fascino della montagna, oltre che della castagna e tutti gli altri prodotti del sottobosco autunnale. È possibile scaricare il programma completo cliccando qui