Castelsaraceno
UN GIOIELLO INCASTONATO TRA DUE PARCHI NAZIONALI
L’ANTICO BORGO A FORMA DI CUORE
L’antico centro abitato di Castelsaraceno è un tesoro di piccole case accoccolate tra le rocce, stradine ripide e tortuose, vicoli antichi ed edifici medievali. La sua fondazione risale al 1031, ad opera dei Saraceni, e il nome stesso del borgo racchiude secoli di storia: dal latino Castrum e dal dialetto Casteddu, significa “fortezza”, o “accampamento”.
Un borgo millenario dal nome che richiama la guerra, ma dall’animo romantico: non solo per le atmosfere suggestive che emana da ogni angolo ma anche per la sua forma perfettamente “a cuore”.
Un borgo da esplorare “arrampicandosi” sulle stradine del suo centro storico, letteralmente abbarbicato a uno sperone roccioso denominato La Tempa, dove le abitazioni sono così strette l’una con l’altra da sembrare un tutt’uno con la roccia su cui sono adagiate.
LA RINASCITA DI CASTRUM
Nell’antico borgo medievale del paese sorgono i resti della Torre Saracena, conosciuta anche come “il Campanaro”: baluardo di un più ampio sistema di fortificazione, rappresentano la più antica traccia archeologica di Castelsaraceno ed evocano alla mente i tempi bui del medioevo, con suo susseguirsi di dominazioni straniere.
Greci, arabi, bizantini, e poi longobardi, saraceni e normanni dopo il terremoto del 1044, quando l’antica Castrum cominciò lentamente a popolarsi. Nel 1086 la giurisdizione del suo territorio fu donata dai Mango di San Chirico Raparo ai monaci dell’abbazia di San Michele Arcangelo del monte Raparo con l’accordo che dovessero provvedere a riedificare il “collapsum Castellum nominato Saracenum” e da luogo solitario e disabitato farne un villaggio popolato. Ed è proprio ai monaci basiliani che Castelsaraceno deve la sua rinascita con un intenso periodo storico, artistico ed economico che proseguì fino al XVI secolo.
Castrum Saracenum
L’ospitalità in queste terre della Basilicata non è semplicemente un atto di cortesia o di educazione, ma un principio esistenziale.
Si usa dire che se si riesce ad offrire il caffè ad un residente, allora si pagherà anche il prossimo.
Ma, da ospiti, vi sarà molto difficile riuscire in questa impresa.Provare per credere!
Pastorizia
Santo Spirito
UNA COMUNITÀ OSPITALE
A Castelsaraceno, essere “vicini di casa” non vuol dire semplicemente condividere una strada, ma anche vivere assieme momenti come le feste e i lavori in campagna, oppure scambiare o donare beni e prodotti. Da sempre, le famiglie che vivono vicine si aiutano reciprocamente e si sentono parte di una comunità stretta: un modo di vivere insieme che nel tempo ha permesso alle persone di consolidare relazioni umane importanti per la propria vita quotidiana.
Allo stesso modo l’ospitalità, in queste terre della Basilicata, non è solamente un atto di cortesia o educazione, ma un vero e proprio principio esistenziale. Un’espressione idiomatica tipica di questi luoghi dice che “se riesci ad offrire un caffè a un residente, allora pagherai anche il prossimo”. Ma da ospiti, vi assicuriamo, sarà molto difficile riuscire nell’impresa. Provare per credere!
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