TRADIZIONI E FOLKLORE
LA FESTA DELLA ‘NDENNA
UN RITUALE ARBOREO CHE UNISCE LE GENERAZIONI
La festa della ‘Ndenna è un antico rituale arboreo che si svolge a Castelsaraceno in concomitanza con le celebrazioni per il Santo Patrono, Sant’Antonio di Padova. Questo rito si collega ai vari culti arborei presenti ancora oggi in Basilicata nei seguenti paesi: Accettura, Castelmezzano e Pietrapertosa, nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato, e Rotonda, Terranova del Pollino e Viggianello, nel Parco Nazionale del Pollino. Si tratta di feste antichissime, ma quasi del tutto sconosciute e ignorate anche nei paesi limitrofi.
Il rituale, evocativamente definibile come matrimonio arboreo, allude chiaramente ad un simbolismo sessuale quando l’elemento maschile (la ‘Ndenna) viene saldamente fissato a quello femminile (la Cunocchia) mediante un anello di ferro con bulloni strettamente avvitati.
La sua celebrazione era momento propiziatorio per la popolazione locale che dava il benvenuto all’estate, al fine di ottenere fecondità e fertilità nelle attività agricole e pastorali di un tempo.
Attualmente la festa si svolge nelle prime tre domeniche di Giugno.
nel Bosco Favino alla ricerca dello sposo perfetto
La prima domenica, dopo la celebrazione della messa, un gruppo di uomini guida i trattori verso il bosco Favino, sul monte Alpi, per scegliere la ‘Ndenna, il faggio più imponente, che nella terza domenica dello stesso mese si accoppierà con la Cunocchia, il pino prescelto e trasportato al paese nella seconda domenica.
Individuato e tagliato il faggio, contemporaneamente si scelgono le cosiddette proffiche, faggi più piccoli utilizzati per innalzare la ‘Ndenna, trasportati dai paricchi (coppie di buoi). Nello stesso luogo viene sorteggiato il bovaro che porterà la ‘Ndenna in piazza, al cospetto del Santo patrono. Già sfrondato, il faggio è trasportato a forza di braccia sulla strada e con l’aiuto delle pannodde, grossi bastoni da appoggio e da leva. Prima di raggiungere il paese, i gruppi si rifocillano con un pranzo collettivo a base di prodotti locali e vino.
La ‘Ndenna viene trasportata fino all’inizio del paese dai trattori, sostituiti poi da una coppia di buoi per l’ingresso nella piazzetta del Santo, quindi entra in paese trionfante e acclamata dalla gente che accompagna la sua deposizione con canti tradizionali.
la Cunocchia raggiunge il suo sposo
Nella seconda domenica si procede con il taglio della Cunocchia, una chioma di pino scelto sul monte Armizzone. Abbattuto a suon di scure e canti, viene pulito e preparato per il trasporto e, a differenza della ‘Ndenna, è portato in paese a spalla. Si affida alla sorte la scelta di chi trasporterà la Cunocchia e che la precederà nella sfilata. La Cunocchia, i cui rami nel bosco erano stati legati con accortezza e minuzia, è salutata dalla popolazione all’arrivo in paese.
il gran finale che celebra l’amore e l’estate
La terza domenica di Giugno, nella piazzetta di Sant’Antonio, si procede all’unione della ‘Ndenna con la Cunocchia. La chioma è collocata sull’estremità superiore del faggio per mezzo di leve di ferro strette da bulloni. Dopo la processione in onore del Santo, l’albero è innalzato con le proffiche e con la guida delle corde. Non si assiste più alla pratica degli spari della cima addobbata di tacche corrispondenti a premi, così la ’Ndenna è scalata a mani nude e il giovane in grado di raggiungere per primo la Cunocchia conquisterà tutti i premi.
Negli ultimi anni la ’Ndenna rimane ritta nella piazzetta non più solo per una decina di giorni come in passato, ma fino al mese di ottobre, quando, diventata sempre più spoglia, verrà abbattuta in occasione della Festa della Montagna.