Castelsaraceno, una storia di uomini e natura
La storia di Castelsaraceno è il racconto di un legame profondo tra uomo e natura. Una connessione che trae le sue origini già in età preistorica quando il territorio veniva attraversato da un’antichissima via commerciale che collegava l’Agri e il Sinni, il Mar Tirreno e il Mar Ionio. Parliamo di un percorso di cruciale importanza per l’attività della transumanza, rito stagionale di migrazione delle greggi e delle mandrie verso le pianure, in inverno, e verso le zone collinari o montane, in estate.
Il passaggio di questo sentiero nell’entroterra lucano e nei dintorni di Castelsaraceno non è casuale: i pastori sceglievano questa via interna per sfuggire ai pirati e far abbeverare il bestiame presso i fiumi Agri e Sinni.
La transumanza, un rito antico che si intreccia con le radici del territorio
Questo rito ha condizionato profondamente la vita degli abitanti del territorio, non solo scandendo il corso dell’anno ma anche dettando gli ingredienti principali dei piatti tradizionali e dei prodotti tipici di Castelsaraceno. L’abbondanza di caprini nella gastronomia del luogo ne è una prova: formaggi come il canestrato, il casieddu, il padraccio e il pecorino di Filiano dominano le tavole lucane accompagnati da salsicce e soppressate.
Tipica di Castelsaraceno è la Nnuglia, salsiccia “povera” ricavata dagli scarti di diversi tagli di carne e aromatizzata con finocchietto, sale, cotica e peperoncino leggermente piccante. Diversi tour gastronomici guidano i visitatori di Castelsaraceno alla scoperta dei sapori del luogo, prodotti semplici e gustosi fatti con amore e passione all’interno delle fattorie e delle aziende agricole castellane.
Il Museo della Pastorizia, un luogo che racconta le origini del Paese tra i due Parchi
La transumanza è, dunque, parte integrante della storia di Castelsaraceno e, per tale motivo, viene raccontata in una delle quattro sezioni del Museo della Pastorizia. Lo spazio culturale, inaugurato nel 2017, è uno scrigno di storie preziose, un luogo innovativo e dinamico dotato della più moderna tecnologia per assicurare al visitatore un’esperienza immersiva nelle tradizioni pastorali lucane.
Tempio dell’identità locale, il museo si offre come testimone della cultura castellana attraverso l’esposizione di oggetti d’epoca, interviste agli abitanti e spazi multisensoriali. Nell’area della Memoria, la proiezione di video emblematici racconta il rito della transumanza, la tradizionale festa della ‘Ndenna, la giornata tipo del pastore e la lavorazione artigianale delle fuscelle, adibite alla raccolta e conservazione dei formaggi freschi tipici del territorio.
Un Ponte che unisce terre e culture distanti
Ricordare la storia e le tradizioni di Castelsaraceno è un passaggio di fondamentale importanza per la memoria degli abitanti del luogo ma non solo. Le usanze e i costumi castellani sono il frutto di una metafora di vita che va oltre il mero racconto di un borgo nell’entroterra lucano: è quella del legame tra terre lontane, tra il Mar Ionio e il Mar Tirreno, tra Campania, Calabria, Puglia e Basilicata.
Sono simbolo di unione tra culture differenti che creano la base per lo sviluppo della cultura castellana che, non a caso, rappresenta l’essenza stessa di questa fusione: il Paese tra i due Parchi che, grazie al celebre Ponte tibetano, unisce il Parco nazionale del Pollino e il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.
Attività educative con gli animali
Legate ai temi della pastorizia e transumanza, varie sono le attività educativo-didattiche a disposizione delle famiglie, per la gioia di bambini e adulti. Naturalmente legate alla stagionalità, potete scoprire e richiedere informazioni direttamente nel nostro sito ufficiale, scoprile nella sezione esperienze. Le nostre attività più gettonate sono la giornata da casaro e del pastore, oppure la visita alla stalla, dove ti prenderai cura di bellissime caprette e proverai l’esperienza della mungitura. Assaggio di latte fresco e formaggi ovi-caprini non mancheranno, accompagnati dal fantastico miele millefiori del Monte Raparo.