Il pino loricato, dinosauro degli alberi
Disseminato nei 1925 chilometri quadrati del Parco Nazionale del Pollino, sulle pendici del Monte Alpi e dei Monti dell’Orsomarso, regna incontrastato il pino loricato, definito da molti “fossile vivente” o “dinosauro degli alberi”.
Questi soprannomi sono dovuti principalmente alla capacità di questo tipo di conifera di resistere e prosperare in ambienti difficili e su suoli morbidi, motivo per cui molto spesso si rinvengono esemplari di pino loricato su terreni calcarei al di sopra dei 1000 metri di altitudine e in zone isolate, dove altre tipologie di alberi non riescono a sopravvivere.
La particolarità del terreno e le difficili condizioni climatiche hanno reso il pino loricato un albero dall’aspetto scultoreo e dal portamento tormentato e affascinante.
Il pino loricato, simbolo del Parco Nazionale del Pollino
Il pino loricato rappresenta il simbolo ufficiale del Parco Nazionale del Pollino sin dalla sua istituzione nel 1993. La scelta della conifera come emblema del Parco si spiega con la sua limitata diffusione sul suolo italiano: si riscontra la presenza di pini loricati in zone circoscritte del Sud Italia mentre risulta un tipo di albero abbastanza comune nella penisola balcanica, in particolare in Bosnia, Albania, Bulgaria, Macedonia del Nord, Serbia e Grecia.
L’unicità del pino loricato si mescola con la storia del Parco, legandosi in maniera indissolubile. Il logo stesso del Parco Nazionale del Pollino è raffigurato come un intreccio tra la “P” iniziale del nome e la figura stilizzata dell’albero, simbolo di un perfetto ecosistema impreziosito da un elevato grado di biodiversità faunistica e floristica.
Il pino loricato, una storia millenaria
La storia del pino loricato è un racconto millenario che viene approfondito e studiato soltanto dal XIX secolo. Le prime notizie risalgono infatti al 1826 con il ritrovamento di rametti di questo albero sui Piani del Pollino a 1850 metri di quota.
Con il tempo gli studiosi hanno poi identificato due specie di pino loricato: nell’Italia meridionale, nell’ex Jugoslavia, in Albania, in Grecia e in Bulgaria si incontra il Pinus leucodermis, il Pino loricato vero e proprio, mentre in Albania, in poche zone dell’ex Jugoslavia e sul Monte Olimpo troviamo il Pinus heldreichii, o Pino di Bosnia, differente dal loricato solo per caratteristiche abbastanza sottili, difficili da cogliere da parte del comune osservatore.
Il pino loricato e il segreto della longevità
La denominazione del pino loricato deriva dalla sua corteccia che, apparentemente divisa in placche trapezoidali, ricorda l’armatura degli antichi romani, la cosiddetta lorica. Una corazza che ha permesso a questa specie di sempreverdi di resistere a condizioni climatiche difficili per trovare il proprio spazio sulle pendici del Massiccio del Pollino e non soccombere alla presenza dei numerosi faggi a più bassa quota.
In passato, la resistenza della corteccia ha reso il legno del pino loricato molto utilizzato nella costruzione di bauli e casse da biancheria, mentre la proprietà di bruciare lentamente lo ha reso molto adatto alla produzione di fiaccole.
Il pino loricato, simbolo della Basilicata
L’importanza del Pino loricato nella zona del Pollino ha interessato col tempo l’intera regione lucana, tanto da essere eletta a pianta simbolo della Basilicata. Anche Castelsaraceno rende omaggio a questa icona del territorio con la costruzione di una scultura di comunità nel giardino scolastico e con la possibilità di effettuare escursioni ed esperienze di vario genere sul Monte Alpi, riccamente popolato di pini loricati.
Gli itinerari sono appositamente pensati per lasciare all’escursionista la possibilità di ammirare da vicino gli esemplari secolari alle pendici del Monte Alpi. Attraversando il celebre ponte tibetano, invece, si ha una visuale completa della Valle del Cogliandrino, caratterizzata dalla separazione tra la faggeta che domina le basse quote e i solitari pini loricati che si arrampicano verso la cima dei monti.