Percorso ad anello che inizia dalla struttura di esperienza della ‘Ndenna: dalla faggeta ci si immette sul sentiero che conduce al Belvedere dei pini Loricati, passando una parete rocciosa contraddistinta da stratificazioni di colore bianco candido che sfumano in tonalità grigie popolate da felce “spacca pietra”. Sul sentiero, sono presenti la Carlina Bianca, la Rosa Canina, l’Acero bianco e l’Edera. Sovrastano l’arrivo al Belvedere dei Pini loricati, i voli del Gheppio, del Nibbio reale, del Corvo imperiale, del Gufo reale e della Poiana. Dalla torre di avvistamento, da un tratto in ghiaia, ci si immette sul sentiero di rientro all’interno di una faggeta, in discesa tra pietrisco e massi bianchi tra le foglie e i passi.

E’ accessibile a sud da Piè d’Alpi e la SP 19 Moliternese, a ovest dall’Itinerario della religiosità popolare e a est dall’itinerario che accompagna alla nevera, raggiungibili dalla SP 40 che collega il territorio di Castelsaraceno a quello di Carbone. 

IL BELVEDERE SUI PINI LORICATI

Attraversando il dosso panoramico in cui culmina l’itinerario, è possibile ammirare sulla sinistra la parete del Monte Alpi in cui cresce e resiste il Pino loricato (Pinus leucodermis), emblema del Parco Nazionale del Pollino. Immagine di un dialogo solido tra correnti del vento, latitudini importanti e manto di terreno impervio, è una specie scolpita nei secoli in un luogo apparentemente inospitale. Un adattamento modellato nel tempo e che resiste, silenzioso, sul ciglio incontaminato del territorio di Castelsaraceno, in alcune località calabre e tra i paesaggi dei Balcani. Il nome deriva dalla conformazione della sua corteccia, che ricorda l’armatura dei legionari romani. Il suo portamento marmoreo ispira bellezza che sussurra la sua potenza a partire dall’esercizio a cogliere ciò che è raro, straordinario sugli itinerari delle nostre quotidianità.