Estate di San Martino, tra scienza e leggende
Un barlume di bel tempo in pieno autunno: tra cieli grigi e malinconici ogni 11 novembre si ricorda l’estate di San Martino, una tradizione secondo la quale in questi giorni migliorano le condizioni climatiche e si può godere di splendide giornate di sole. Secondo la leggenda, Martino da Tours, nobile cavaliere francese, si imbattè, proprio l’11 novembre, in un mendicante che giaceva infreddolito alle porte della città di Amiens. San Martino, impietosito dalla scena, tagliò in due il suo mantello di lana donandolo al pover’uomo. Dopo pochi istanti, la pioggia che prima copriva la città si diradò per fare spazio ad un sole raggiante che rese la temperatura subito più mite. Nella notte Martino sognò Gesù che gli rivelò di essere lui il mendicante che aveva soccorso: tradizione vuole che la conversione di San Martino e il suo gesto benevolo vengono commemorati ogni anno con un’interruzione dalla morsa di freddo autunnale.
Il fenomeno è stato analizzato anche dal punto di vista scientifico e gli esperti concordano nell’affermare che la fase di tempo stabile possa essere ricondotta all’espansione dell’anticiclone della Spagna verso tutto il Mediterraneo. La spiegazione scientifica non frena però la cultura popolare e i costumi di questa giornata di serenità e pausa dal freddo.
La tradizione tra le vie di Castelsaraceno, un omaggio alla terra e ai suoi frutti
La tradizione dell’Estate di San Martino rende onore anche al buon cibo e all’abbondanza in campagna, usi e costumi di particolare importanza a Castelsaraceno dove, durante questi giorni, le tavole si riempiono di prodotti tipici locali per festeggiare il santo.
Le usanze agricole vogliono che durante questi giorni vengano rinnovati i contratti agricoli annuali, da qui il detto “fare San Martino” per indicare il trasloco in altri terreni, e vengano aperte le botti per il primo assaggio del vino nuovo, da assaporare con le castagne che popolano in gran numero il territorio castellano. Un momento di gioia tra gli abitanti del borgo che diffonde il buonumore tra le vie di Castelsaraceno e rende omaggio al rapporto tra la terra e i suoi frutti.
L’Estate di San Martino nella cultura popolare
“L’Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino”, recita così un famoso detto popolare per indicare la durata di questo periodo di tepore e serenità. Lo stesso fenomeno si verifica nell’emisfero boreale, sempre in concomitanza con la festività del santo, tra aprile e maggio e nei paesi anglosassoni viene indicato come “Indian Summer”.
Numerosi sono i riferimenti a questa giornata nella cultura popolare: dalla celebre poesia “San Martino” di Giosuè Carducci, che racconta l’odore aspro del vino nuovo che inonda le vie del borgo e allieta l’umore dei paesani, alle canzoni “Indian Summer” dei The Doors e “Indian Summer Sky” degli U2.
Esperienze ed attività a prova di maltempo
Ancora non sappiamo se quest’anno San Martino riuscirà a portare delle belle giornate in cui regalarsi una gita fuori porta e attraversare il Ponte tibetano più lungo del mondo.
Nonostante l’incertezza, le tante attività del borgo promettono ai visitatori un’esperienza a prova di maltempo come i tour gastronomici per scoprire la vita del casaro e visitare una fattoria del luogo.
Castelsaraceno è pronta ad accogliervi per vivere insieme una giornata a stretto contatto con la natura ed omaggiare i valori principali dell’Estate di San Martino.