Un borgo millenario dalle atmosfere suggestive, una comunità ospitale sempre pronta ad accogliere, uno scrigno di tesori naturali tutti da scoprire e il famoso Ponte Tibetano più lungo del mondo sono gli ingredienti principali per una splendida gita a Castelsaraceno, ma non bisogna dimenticare un altro fenomenale attrattore: l’ottimo cibo!
Riunirsi attorno a una tavola: quando il cibo crea ponti tra le persone
Il Paese tra i due Parchi, infatti, offre una tradizione culinaria che, strettamente legata alla sua storia e alla sua cultura, è un elemento fondamentale da scoprire se si vuole vivere un’esperienza davvero immersiva. Qui il cibo è sempre stato un elemento fondamentale nella vita sociale e familiare degli abitanti: dopo giornate di lavoro intenso, intere famiglie si riunivano attorno al tavolo e tra una chiacchiera e l’altra degustavano i sapori della loro terra, accompagnati da un buon bicchiere di vino.
Quali sono i piatti tipici della tradizione di Castelsaraceno?
Le ricette tramandate di generazione in generazione, riflettono la semplicità e la genuinità dei prodotti locali. Alcuni piatti tipici della tradizione locale, in particolare, sono stati riconosciuti come PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e rappresentano la storia e la cultura di questo territorio.
Vediamo insieme quali sono:
Munnulata
La mnnulata è una zuppa a base di castagne, fagioli e patate, che veniva preparata dai contadini nei mesi invernali. La munnulata è un piatto sostanzioso e nutriente, che si accompagna bene con il pane casereccio.
‘Nnuglia
La ‘nnuglia è una salsiccia di maiale arricchita con cotenna, che viene stagionata per diversi mesi. La ‘nnuglia ha un sapore intenso e speziato e la si consuma sia cruda che cotta alla brace.
Pastorale
È un piatto tipico della transumanza, quando i pastori portavano le loro greggi verso i pascoli più verdi. A base di pecora, quella più anziana del gregge, si lascia marinare per alcune ore e si cuoce all’interno di grandi calderoni di rame.
Tagliatizzo
Un formaggio pecorino stagionato due mesi in canestri di giunco. Morbido e nello stesso tempo consistente. Buono sia per essere consumato direttamente con il pane che passato prima sul fuoco.
Nzalata i l zit
Una fresca insalata fatta con cavolo cappuccio e uva, condita con olio, aceto, sale e pepe.
“L’insalata i li ziti” si prepara in autunno, quando il cavolo e l’uva sono di stagione, e si serve come contorno o come piatto unico. Veniva spesso usata come alimento da consumare durante i matrimoni, da qui il nome.
Tortano
Si tratta di un pane a forma di ciambella, fatto con farina, lievito, acqua, sale e strutto. Il tortano si cuoce nel forno a legna e si mangia caldo o freddo, da solo o accompagnato da salumi e formaggi.
Rafanata
Sono dei maccheroni conditi con il rafano grattugiato, un tubero dal sapore piccante e pungente. La rafanata è un piatto semplice ma gustoso, che si prepara in occasione del carnevale.