Castelsaraceno, borgo cerniera tra i due parchi nazionali, il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, ha inaugurato il 31 luglio 2021 il Ponte tra i due Parchi, imponente opera ingegneristica che all’epoca con i suoi 586 metri di lunghezza e 80 metri di altezza ha ottenuto il record di essere il ponte tibetano più lungo del mondo.
A tre anni dalla sua apertura i cambiamenti sono stati molteplici: l’ecosistema turistico ha sviluppato una forte ricaduta occupazionale, esclusivamente nei confronti dei giovani del luogo, con 18 contratti di lavoro attivi, quasi 50.000 ingressi, 150.000 presenze sul territorio, investimenti privati con l’avvio di ulteriori quattordici strutture ricettive e di ristorazione, per un indotto produttivo che ad oggi vanta ben 28 attività private operative.
Non mancano i riconoscimenti: un anno fa Castelsaraceno è stato premiato dal Touring Club Italiano con il prestigioso riconoscimento della Bandiera Arancione, con il quale si certifica un sistema di qualità nell’accoglienza, un pregevole contesto naturalistico e un’ottima valorizzazione delle risorse legate alla natura, con attività all’aria aperta per tutti i gusti, ben comunicate e ben strutturate.
In concomitanza con questa ricorrenza, verrà inaugurato a breve il nuovo ufficio di informazione e accoglienza turistica, che sarà il primo Infoshop turistico della Regione Basilicata. Un investimento progettato per rafforzare la promo-commercializzazione del brand Visit Castelsaraceno e sviluppare nuove prospettive di crescita economica, sociale e culturale della comunità residente.
L’obiettivo è continuare ad investire su un modello di sviluppo per contrastare la sfiducia diffusa nelle piccole comunità e che genera i meccanismi di abbandono e spopolamento. L’ambizione è quella di diventare punto di riferimento di altre piccole realtà, come Castelsaraceno, anche e soprattutto nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI). Creare migliori condizioni per contrastare le politiche globali e nazionali che spesso hanno dimenticato questi territori e ripartire da un’economia di piccola scala, di comunità, legata al turismo esperienziale, alla cultura e alle tradizioni.
Un lavoro convinto fatto di innovazione e rivoluzione, di politiche sociali e culturali per costruire un modello replicabile e scalabile in altre realtà.