Un viaggio tra i gusti lucani

e u tìvene ca frìjete
ce pàrlete cc’u cée,
fè nnasce tanta voce
cchiù dduce assèi d’u mée.
Affidiamo l’inizio di questo tour gastronomico alle parole del poeta Albino Pierro, originario di queste terre, tra le prelibatezze a tema natalizio della Basilicata, alla scoperta dei sapori tradizionali e delle usanze tramandate di generazione in generazione.
Riunirsi a tavola durante le feste è l’occasione giusta per riscoprire le radici, sia culturali che culinarie, della nostra regione che fu punto d’incontro di svariati saperi e civiltà che dall’alba dei tempi qui sono vissute lasciando un segno indelebile.
C’è chi invece decide di prendersi una pausa dalla propria città e magari cercare un nuovo modo di vivere la magia di questo periodo festivo all’insegna della scoperta di nuovi modi di imbandire banchetti natalizi: Castelsaraceno è pronta ad accogliervi tra le sue braccia.
Per iniziare…

Appetitosi e invitanti piatti si susseguono incrociando portate di terra e mare. Da “u tìvene ca frìjete”, quella padella che sfrigola della poesia, vediamo affiorare le immancabili pettole salate, pezzi di pasta lievitata dalla crosta croccante e dal cuore morbido, una di quelle pietanze in grado di mettere d’accordo sia i grandi che i piccoli. Frittelle di baccalà o di peperoni cruschi, vera leccornia lucana, e infine, dal gusto amarognolo e unico nel suo genere, i lampascioni. In aggiunta un classico intramontabile composto da taglieri di formaggi e salumi tipici.
Gustosa e ampia è la scelta tra i primi piatti che sono il lascito di una cucina contadina dai sapori prelibati, sempre attenta a ridurre al minimo gli sprechi. Impossibile non citare gli spaghetti ammuddicati con acciughe specialità alla quale viene aggiunta la mollica del pane raffermo o pangrattato che dona una spinta di croccantezza al piatto.
Consiglio per il pranzo in famiglia, ottimo per le grandi occasioni, sono gli strascinati al ragù di carne, un formato di pasta simile alle orecchiette, ma più allungate e in grado di accogliere il sugo e i condimenti al meglio.
Proseguendo in questo tour troviamo il timballo alla lucana, nato come piatto povero oggi proposto anche da chef stellati, è la ricetta ideale per un pranzo domenicale. Presenza costante è il sugo di baccalà con spaghetti che nasce come pietanza per chi, per ragioni religiose, non poteva mangiare carne.
Per concludere calde minestre con verdure di stagione che accompagnano le sere più fredde dell’anno o la cucciva che tradizionalmente veniva proposta durante il cenone di Capodanno, si tratta di una zuppa fatta con tutti i prodotti dell’orto più un bollito di maiale.
Il posto d’onore fra i secondi lo occupa ancora il baccalà lesso abbinato ai peperoni cruschi mentre per chi predilige la carne le alternative sono abbondanti. A partire dall’agnello alla lucana, aromatizzato con verdure dell’orto, magro e genuino saprà fare felici tutti coloro che lo assaggeranno per poi finire con un rustico arrosto di maiale estremamente invitante, dalla consistenza morbida e succosa.
Non c’è dolce tipico senza vino locale

In coro si innalzano le voci della dolcezza e davanti a noi si dispongono su questa ricca tavola fiori all’occhiello per gli amanti della pasticceria. Autentiche perle del gusto, troviamo pettole nella versione dolce, preparate con l’aggiunta di uvetta, miele o zucchero a velo.
Potrete assaggiare biscotti al vincotto, strazzate o calzoni dolci dolcemente arricchiti da una farcitura composta da crema di ceci o di castagne e arricchita da canditi, cannella e liquore che successivamente vengono fritti. Uno spettacolo incomparabile e un’occasione per portare a casa un ricordo di Castelsaraceno cercando una di queste leccornie tra i Mercatini delle Meraviglie.
Il dolce lucano per antonomasia, rappresentante indiscusso tra i dolci lucani, è il piccilatiedd’, pane dolce alle mandorle la cui preparazione richiede almeno due giorni di preparazione. Ed è proprio durante la Vigilia di Natale che si consuma segnalando il momento centrale della cena. Tutte le portate finora descritte avranno bisogno di un compagno di viaggio in grado di arricchire e completare questo abbondante menù. Il nome giusto è quello dell’Aglianico il vitigno rappresentante dell’eccellenza di questo territorio.